Gestire le emozioni non è sempre facile, anzi non lo è mai. Che siano esse emozioni positive o emozioni negative le reazioni scatenate da un episodio emotivo non sono mai di facile interpretazione. Figuriamoci gestirle. Le emozioni possono essere travolgenti per cui bisogna imparare a non diventarne schiave. Gestire l’emotività è un’abilità che si acquisisce con il tempo. Un percorso che inizia dall’infanzia e dura per tutta la vita.
Tutta questione di esperienza. Una bambina sarà più esposta rischiando di diventare preda del proprio stato emotivo più facilmente di un adulto. Ma generalmente sono tutti gli esseri umani vittime di se stessi quando si tratta di affrontare i propri stati emozionali. Se è vero che le emozioni positive sono più facili da gestire, diventa decisamente più complicato controllare le emozioni negative.
Gestire le emozioni negative è possibile.
I problemi sorgono quando bisogna gestire le emozioni negative. Il rischio di farsi risucchiare in un vortice di angoscia è molto alto. E’ necessario imparare ad affrontarle nella giusta maniera. Per quanto possa sembrare impossibile, anche il peggiore degli stati emotivi (magari dovuto ad un lutto) può essere gestito in maniera equilibrata.
Affrontare le emozioni negative in maniera “sana” può davvero fare la differenza nel superare situazioni difficili che inevitabilmente avremo nel nostro futuro. Per vivere bene un’emozione che rompe l’equilibrio, bisogna evitare alcune trappole emotive in cui cadono sia i bambini che gli adulti.
Accettare l’emozione negativa.
Uno degli errori più comuni quando si crea un emozione negativa è il rifiuto. L’istinto è quello di sottrarci o scappare. La paura di soffrire non ci lascia la consapevolezza delle nostre azioni. “Non è mai successo”, “non può essere successo a me”, “e’ solo un incubo”. Ecco queste sono le prime domande che cerchiamo di porci quando l’emozione negativa si presenta in maniera violenta. Non vogliamo accettarla! Ma si tratta del primo passo verso il baratro del disagio emotivo. Non accettando l’emozione negativa la rendiamo più forte, fino a farci controllare la vita. Ciò che non si può cambiare va accettato! Con questa filosofia dovete affrontare ogni singola emozione negativa.
Combattere l’emozione negativa.
Solitamente dopo il rifiuto si cerca di combattere l’emozione negativa. Non potendo “fisicamente” contrastare il proprio stato emotivo si cercano delle alternative. Il più delle volte il desiderio è quello di provocarsi del dolore fisico. Altre volte tendiamo a prendercela con gli altri in maniera violenta. Nei casi più gravi ci si auto-infligge una pesante violenza psicologica. Finendo con l’annullarsi per settimane.
Cercare di combattere un emozione negativa produce esattamente l’effetto contrario. Più teniamo di eliminarla, maggiore sarà la forza di quest’ultima nel farci del male. Non si tratta di resa, ma di consapevolezza di se stesse. Le emozioni non hanno un vincitore o uno sconfitto, fanno parte della vita.
L’IDENTIFICAZIONE.
Si tratta forse dell’aspetto peggiore causato dall’emozione negativa. Ci identifichiamo così profondamente nella situazione, che ne diventiamo la causa, pur non avendo nessuna colpa. E’ uno dei sintomi più comuni e solitamente si prova negli episodi più gravi, come un lutto o una separazione. L’emozione negativa è così intensa che non riusciamo a gestirla e magari da vittime ci sentiamo carnefici.
In questo caso il rischio di essere risucchiate dalla dipendenza affettiva è molto elevato. Bisogna comprendere che non abbiamo il controllo di tutto e di tutti. Possiamo gestire la nostra vita ma non quella degli altri. Pertanto dobbiamo essere brave a non colpevolizzarci ad ogni costo. Non è necessario soffrire oltre il dovuto.
Emozioni negative, le reazioni da evitare.
Ci sono emozioni così forti che rischiano di prendere il sopravvento su noi stesse e che proprio non riusciamo a gestire. Almeno finché ne saremo intrappolate. Rifiutarla, combatterla o identificandosi rendono l’emozione negativa molto potente da indurre chi la prova a una disperata difesa, che spesso passa attraverso comportamenti autodistruttivi. Per esempio, l’ansia si addolcisce bevendo alcol, fumando sigarette a mangiandosi le unghie, e la rabbia si esprime aggredendo il prossimo, alzando la voce o distraendosi continuamente.Provate a trasformare un pensiero negativo in positivo, non sarà facile, ma è sicuramente possibile. Anche dalle sofferenze è possibile ricavarne la giusta dose di sicurezza.